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Progetti | abstract

Dr.ssa Salvatore Assunta
Psicologa - Psicoterapeuta
 

"Estratto"

GENITORI INSIEME Figli Uguali e Diversi

Responsabile:
Dott.ssa Assunta Salvatore
Psicologa e Specializzata in Psicoterapia Psicoanalitica

Questo progetto, al fine di sostenere tutti quei genitori e/o coppie di genitori che vivono la realtà della disabilità attraverso i loro figli.
L’esperienza di gruppo, l’incontro e lo scambio tra genitori, permetterà alla persona di comunicare a se stesso e agli altri le proprie sofferenze, timori, fantasie e di conoscere meglio le proprie emozioni per affrontare la quotidianità.
L’obiettivo di questo progetto è di sostenere e aiutare i genitori nelle problematiche e nel disagio della disabilità.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è. (Marcel Proust)

Introduzione
L’essere genitori oggi è un’impresa assai impegnativa che lascia alle volte disorientati e soli. Quanto ancora è più faticoso nelle situazioni in cui c’è un figlio disabile?
Il singolo e/o la coppia genitoriale si trovano ad affrontare il carico di dolore verso il figlio in difficoltà con tutte le varie complicanze.
A scuola, con gli amici, in casa, i genitori vivono il disagio di un bambino/a che mostra le sue difficoltà. È con l’arrivo della diagnosi che spesso i genitori si trovano a dover fare i conti con la dura realtà: un figlio/a diverso.
L’equilibrio familiare si altera si scatenano fantasie, angosce, alle volte difficili da gestire.
Per accogliere la nuova situazione è importante riorganizzarsi.
È fondamentale un intervento di sostegno, per rendere il dolore facilmente tollerabile, per accettare il problema elaborando un nuovo progetto di vita, per il figlio e per tutta la famiglia.

L’idea nasce dal considerare che questi genitori possano avere emozioni più intense rispetto agli altri, perciò se ascoltati ed accolti nel loro disagio, possono riuscire a vivere meglio nelle difficoltà e sviluppare nuove capacità.
Un percorso di crescita per maturare una nuova prospettiva di pensiero, come scrive Ferro: “…che il cielo sia per forza in alto è tutto da vedere, perché il cielo è anche in basso.” : la disabilità è solo un altro modo di vivere il mondo.

Obiettivi e finalità
• Ridurre lo stress emotivo ed elaborare vissuti, attraverso il gruppo che consente il confronto con altri genitori che vivono situazioni simili;
• Far scoprire ai genitori le qualità, risorse e competenze che possiedono, rafforzando la fiducia in sé stessi.

"Estratto"

“GLI ANZIANI SONO BAMBINI CHE CRESCONO ALL’INDIETRO”
(R. Battaglia)
Gruppo esperienziale di Photolangage

Realizzazione del progetto
Dott. Fabrizio Perilli Psicoterapeuta
Dott.ssa Assunta Salvatore Psicoterapeuta

La nostra equipe, fatta di psicologi, fotografi ed esperti di comunicazione ha realizzato questo progetto al fine di sostenere le persone anziane in quella particolare fase della vita che riguarda la degenza in centri per anziani.
Attraverso un linguaggio nuovo, quello fotografico, la persona ha una possibilità di guardare nel proprio mondo interno, di comunicare a se stesso e agli altri i propri timori e le proprie aspettative, di familiarizzare le proprie emozioni e di affrontare meglio la fase finale della propria vita.
L’ obiettivo di questo progetto è di sostenere le persone anziane, dando loro la possibilità di ulteriori stimoli e curiosità, percorrendo attraverso la fotografia, momenti di vita, ricordi ed emozioni ad essi collegate.

Introduzione
L’esperienza di vivere in centri per anziani a tarda età si tratti di una scelta o di un ‘esigenza, richiede una riorganizzazione di sé e delle proprie attività. La persona anziana osservando quasi dall’esterno la propria vita passata, vede come Il tempo sia trascorso in fretta o può pensare che quello rimanente è troppo poco.
Le scelte fatte e i propri vissuti soddisfano oppure no, comunque sono immutabili e tracciano un percorso di vita che parla di sé.
Le giornate passano lente e c’è l’esigenza di riempire il tempo. La persona anziana infatti è proiettata a tenersi occupata, per sfuggire da quei pensieri tristi e pericolosi di finitudine che comunque caratterizzano questa fase di vita.
Nella mente il passato occupa molto spazio mentre il futuro è prossimo, non c’è tempo per desideri e sogni, quindi tutto è concentrato all’immediato; il presente sembra essere “schiacciato” da un passato lontano ed un futuro limitato.
La “terza età” è una condizione difficile da accettare, l’anziano vuole conservare la sua immagine di adulto nel fiore dell’età, evitando la crisi della senescenza e gli adattamenti necessari.
È importante quindi accettare questa “perdita” mediante un “processo di lutto” che gli consente di abbandonare le sue identificazioni per aprirsi a nuovi avvenimenti.

La società tende a considerare l’anziano come un adulto colpito da malattia al quale la medicina è chiamata a porre rimedio, alimentando una progressiva spirale di medicalizzazione che favorisce preoccupazioni di tipo somatico e ipocondriache.
L’anziano è perciò considerato nel duplice aspetto di persona e malato che scaturisce da una visione sociale che vede l’anzianità come un problema.
Quindi l’obiettivo è di restituire piena dignità all’anziano come individuo ed essere umano che si trova ad affrontare una crisi difficile e complessa che si presenta attraverso un mutamento della propria immagine e del proprio Io.
Infatti negli anziani il corpo si modifica e la percezione del sé risulta turbata. L’immagine propria è condizionata da un processo di destrutturazione e ristrutturazione fisica che consente all’anziano di sviluppare la consapevolezza e quindi l’accettazione della propria condizione.

L’anziano vive anche un mutamento del proprio Io poiché c’è un cambiamento dei valori personali e collettivi, vive un’inquietudine esistenziale che si supera mediante l’elaborazione di un nuovo linguaggio personale.

La nostra analisi sull’adattamento all’invecchiamento e sull’equilibrio psicologico dell’anziano ….

PRESENTAZIONE DEL DISPOSITIVO
Il Photolangage è un metodo di indagine psicologica che nasce in Francia intorno agli anni 60” e il cui impiego e sviluppo ha trovato larghi consensi in molti paesi del mondo.
L’immagine fotografica proprio per la potenza evocativa che le è propria è lo strumento principale di questo metodo. Essa favorisce lo sviluppo di un dialogo interno, fa si che questo dialogo cresca e si trasformi conquistando un ’immagine nuova di se e dell’altro.
Il dispositivo permette di socializzare i propri vissuti; l’altro diventa un’occasione di crescita e di scambio.
L’obiettivo è quello di espandere il proprio sé, di recuperare la ricchezza delle emozioni che ci sono proprie, di dar voce a ricordi, sensazioni e pensieri nuovi che stimolano la mente per un ulteriore crescita interna.
Il Photolangage vede nel gruppo il terreno ideale; non si tratta di un laboratorio di fotografia. Verranno presentate da parte dei conduttori delle immagini che i partecipanti sceglieranno e da cui partirà il lavoro di gruppo.
La specificità di tale metodo riguarda da una parte gli elementi del dispositivo e dall’altra quelle dinamiche gruppali che si sviluppano e “prendono vita” attraverso la fotografia.
Il photholangage propone attività sintetiche di percezione – LA FOTO – specchio inatteso di sé e degli altri - fornisce ai conduttori un supporto per l’osservazione in gruppo e ai partecipanti uno strumento di identificazione.

Obiettivi e finalità
Rafforzare quella parte vitale di sé attraverso il pensiero che tiene “Vive” tutte le emozioni, quelle legate al passato e quelle che danno un senso al nostro presente; Attraverso la fotografia ricordare momenti di vita e stimolare curiosità verso il “domani” che non è vissuto con angoscia, ma “riempito” da interessi e nuove possibilità di crescita.

Riceve negli studi di Roma e Pescara
per appuntamento
T. +39 3921664037
 
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